Il sistema informatizzato di tracciabilità dei rifiuti viene nuovamente prorogato. Si amplia il fronte di aziende contro i costi sostenuti fino ad ora per un servizio mai entrato realmente in funzione.
SISTRI, ovvero Il sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti è stato nuovamente rinviato dal governo per ulteriori 12 mesi.
Il cosiddetto decreto “Milleproroghe” votato prima del 31 dicembre 2014 determina che “fino al 2016 le uniche violazioni che verranno punite saranno quelle per omessa iscrizione e mancato versamento del contributo previsto dalla normativa” per il resto il sistema, per la sua parte operativa, non entrerà ancora in funzione lasciando alle aziende altri 12 mesi per adeguarvisi.
Il sistema informatico voluto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare sta obbligando le imprese a pagare il cosiddetto “contributo Sistri” fin dal 2010, quando il corrispondente decreto era stato approvato: per questo molte aziende venete (a queste potranno affiancarsi quelle del Trentino e delle Marche che sono ancora in una fase di studio del caso) hanno avviato tre cause colletive per “tutelare tutte le imprese che hanno ingiustamente pagato per un servizio telematico mai entrato in funzione, che è stato soltanto fonte di ritardi, disagi e spese inutili” e chiedendo dunque il “risarcimento di tutti i contributi Sistri finora pagati”.
Prima di loro erano state le aziende di Assosoftware e Assintel a rivolgersi al TAR del Lazio per chiedere l’annullamento del decreto in questione e di ogni provvedimento ad esso connesso: ritengono che la normativa, “gravata da continue rettifiche”, dovrebbe essere riscritta riportando il focus sulle aziende private e consentendo l’accesso al sistema anche ai prodotti delle piccole softwarehouse.
Continueremo a monitorare la situazione e ad aggiornarvi su eventuali novità .