Con lâintroduzione di normative sempre pi๠severe per il controllo delle emissioni dei motori a combustione interna, le Case Automobilistiche sono state costrette a progettare e produrre nuovi motori e sistemi di gestione per poter rispettare i limiti imposti.
Nel 1998 lâAssociazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA) si è assunta lâimpegno di una progressiva riduzione delle emissioni e del consumo medio di combustibile delle nuove automobili prodotte.
Considerato questo scenario è chiaro che gli sforzi della ricerca e sviluppo nei motori Diesel si sono concentrati nello stabilire tecnologie adatte a raggiungere i futuri limiti di emissione, mantenendo gli attuali vantaggi in termini di consumo di combustibile e costo del veicolo. Prima di accennare alla realizzazione dei motori ad iniezione diretta e del sistema âCommon Railâ è opportuno rivedere i principi generali che presiedono alla combustione nei motori Diesel.
Affinché si verifichi lâautoaccensione del gasolio è necessario creare unâadeguata miscela di combustibile e di aria in un
ambiente ove la temperatura sia tale da provocare lâaccensione dellâidrocarburo (gasolio). A questa esigenza si provvede comprimendo opportunamente lâaria, ma il passaggio del gasolio dallo stato di liquido a vapore ha, da sempre,
costituito il problema di base del motore Diesel sia nei riguardi delle prestazioni sia per le emissioni di fumo, idrocarburi e particolati. Un combustibile liquido viene pi๠facilmente vaporizzato quanto pi๠piccole sono le gocce nelle quali esso è stato
trasformato poiché la superficie totale è pi๠grande e, di conseguenza, il cambiamento di stato avviene pi๠agevolmente (ovviamente, esso è favorito da una temperatura ambiente pi๠alta). Il sistema pi๠classico per aumentare il grado di polverizzazione sfrutta la pressione di iniezione. I costruttori dei tradizionali sistemi di iniezione, puntarono, anzitutto, sullâalta pressione di iniezione. Era possibile cosଠridurre idrocarburi (HC), particolati,(PM) e abbassare gli ossidi di azoto (NOx). Inoltre, si creavano le premesse per migliorare le prestazioni del motore, specie ai medi e bassi regimi, poiché, data la bontà della polverizzazione, era possibile iniettare maggiori quantità di gasolio sfruttandone la relativa energia senza incorrere in fumosità
inaccettabili.
Nella metà degli anni ´80 i tecnici del Centro Ricerche Fiat iniziarono uno studio per un sistema di alimentazione combustibile innovativo, destinato ai motori ad iniezione diretta. Il progetto prevedeva un sistema di iniezione âad accumulazioneâ ove gli iniettori venivano alimentati da un condotto unico mantenuto a pressione costante detto âCOMMON-RAILâ.
Schema del primo impianto Common Rail: Pompa nel serbatoio (1), Filtro del gasolio (2), Pompa di alta pressione (3), Accumulatore di pressione (4), Iniettori (5), Regolatore di pressione (6), Sensore di pressione (7).
Dopo cinque anni circa, il progetto fu considerato valido e venne iniziata lâattività di preindustrializzazione che si considerಠcompletata nel 1993. Lâanno successivo il sistema âCommon-Railâ venne ceduto da Fiat al Gruppo Robert Bosch, che ne completಠlo sviluppo e lâindustrializzazione.
Nel settembre 1997, al Salone di Francoforte debutta lâAlfa Romeo 156. Prima automobile ad essere equipaggiata, nelle motorizzazioni diesel 1.9 e 2.4 TD, lâinnovativo sistema di iniezione Common Rail noto in ambito Fiat con il nome UNIJET, da cui deriva la sigla JTD (uniJet Turbo Diesel). Da tale data, la disponibilità industriale del sistema di iniezione Common Rail (CR) ha permesso una crescente penetrazione nel mercato automobilistico europeo di una nuova generazione di motori Diesel ad Iniezione Diretta (DID), risultati molto attraenti grazie alle loro alte prestazioni combinate con bassi consumi, eccellente guidabilità e contenuta rumorosità .
Da allora molti altri costruttori si sono lanciati nel perfezionamento di questa tecnologia: Delphi, Siemens, Denso, ecc.
Attualmente lo stato dell’arte del Common Rail è l’impianto Bosh di IV° generazione. Questo si contraddistingue per gli iniettori piezoelettrici con pressione al ritorno e la pompa CP4 con regolatore di portata. Questo impianto è stato adottato per la prima volta da Volkswagen nel 2008 sui nuovi motori 2.0TDI, 2.7TDI e 3.0TDI.
1. Pompa
2. Regolatore di portata
3. Sensore di pressione
4. Rail
5. Iniettori
6. Valvola di mantenimento della pressione
7. Regolatore di pressione