Il filtro antiparticolato non si potrà più eliminare
Con l'avvento della normativa Euro V ed i limiti alle emissioni di polveri sottili (PM), i costruttori hanno dovuto introdurre i filtri antiparticolato (DPF). Filtri che tutti abbiamo ben imparato a conoscere a causa delle numerose difettosità che hanno coinvolto svariati modelli di vetture.
Purtroppo proprio queste difettosità hanno spesso condotto le officine ad assecondare i clienti nella richiesta della rimozione del filtro antiparticolato. Procedura che ci teniamo a precisare è illegale in quanto elimina un componente fondamentale per la riduzione delle emissioni. Senza considerare poi che in molti, assieme al DPF, eliminano anche il catalizzatore, contenuto nello stesso involucro.
Ad oggi, questa operazione è stata sempre possibile. Le modalità adottate sono le più svariate, dalla banale perforazione del filtro alla complessa rimappatura della centralina per eliminare le strategie della rigenerazione e del controllo del DPF.
Ad oggi questo è stato possibile in quanto il monitoraggio del DPF viene fatto unicamente con il sensore della pressione differenziale. Recentemente sono state condotte numerosi studi che hanno mostrato poi come lo stesso sensore differenziale, anche quando funziona correttamente, non è sempre in grado di rilevare l'eventuale malfunzionamento del DPF.
Il sensore della pressione differenziale ad oggi è l'unico componente utilizzato per il monitoraggio del filtro antiparticolato
La normativa Euro 6 introdurrà a breve dei limiti ancora più stringenti per quanto riguarda il particolato. I nuovi limiti prevedono una riduzione del 20% rispetto ai precedenti limiti presenti nella Euro 5b.
Inoltre la stessa normativa introduce dei controlli più stringenti anche sul mantenimento e la verifica di tali limiti nel tempo. Sarà pertanto necessario adottare degli appositi sensori per la misurazione delle polveri sottili. Questi sensori detti Smart Soot Sensor (sensori intelligenti per la misura delle polveri), verranno installati subito dopo il DPF e saranno in grado di monitorare la quantità di particelle che il DPF non è stato in grado di intrappolare.
I sensori saranno corredati di apposita centralina e trasmetteranno tramite rete CAN le informazioni prodotte direttamente alla centralina di gestione del motore e qualora il livello del particolato sarà superiore ai limiti previsti dalla normativa Euro VI verrà accesa la spia EOBD. Di sicuro questo impedirà la monimissione del DPF in quanto il sensore effettua una misura continua e sarà in grado di comprendere se il DPF sta lavorando correttamente.
Nuovi Sensori per la misura del particolato